Poesie ed aforismi di Catullo

Gaio Valerio Catullo è nato a Verona nell’84 a.C. e morto a Roma nel 54 a.C. E’ il poeta romano che più di tutti forse ha parlato di amore all’interno delle sue poesie. Quella che viene subito alla mente è la sua storia di amore con Clodia, che fu tramandata ai posteri come Lesbia.

E’ stata una storia d’amore molto travagliata e burrascosa, Clodia era una donna elegante e colta, libera nel suo comportamento, Catullo invece sognava un amore esclusivo, tenero e fedele. Lei forse lo desiderava come amante e basta, lui la considerò la donna della sua vita. Lei infine visse la sua vita senza scrupoli e non prestò molte attenzioni al sentimento del poeta.

C’è anche un particolare curioso nelle sue opere: ha una raccolta di poesie erotiche molto folta, che però non tratteremo in questo articolo, preferendo le poesie d’amore.

Per apprezzare le poesie di Catullo, bisognerebbe leggerne la versione originale in latino ma in questo articolo abbiamo scelto di inserire alcune traduzioni nel tentativo, forse vano ma comunque umile e rispettoso, di far meglio comprendere lo spirito di queste bellissime parole. Di seguito alcune traduzioni delle poesie ed aforismi che abbiamo scelto per voi.


Poesie di Gaio Valerio Catullo

Dammi mille baci

Viviamo, mia Lesbia, e amiamo e ogni mormorio perfido dei vecchi valga per noi la più vile moneta.

Il giorno può morire e poi risorgere, ma quando muore il nostro breve giorno, una notte infinita dormiremo.

Tu dammi mille baci, e quindi cento, poi dammene altri mille, e quindi cento, quindi mille continui, e quindi cento.

E quando poi saranno mille e mille nasconderemo il loro vero numero, che non getti il malocchio l’invidioso
per un numero di baci così alto.

Solo con te dice la donna mia

Solo con te dice la donna mia solo con te io farei l’amore, direi di no anche a Giove.

Dice così ma quel che donna dice a un amante pazzo di lei nel vento è scritto sull’acqua è scritto.

Carme 87 (amore e fedeltà)

Nessuna donna può vantarsi di essere stata amata così sinceramente, quanto la mia Lesbia fu amata da me.

Nessun patto fu mai rispettato così fedelmente, come, per tutto il tempo che ti amai, io per conto mio l’ho rispettato.

Carme II (il passero)

Passero, delizia della mia ragazza, con cui gioca, che tiene al seno, a cui dà la punta del dito mentre salta e incita le tue dure beccate quando al mio desiderio, alla mia luce piace inventare qualche dolce sollazzo, come ridotto conforto al suo dolore, credo, affinché allora il suo ardore trovi pace: potessi giocare come lei, con te e placare i drammatici pensieri del mio animo!

Povero Catullo (smetti di illuderti) Carme 8

Povero Catullo, smettila di illuderti!

Ciò che è perso – e lo sai – è perso : ammettilo.

Giorni di luce i tuoi, un lampo lontano, quando correvi dove la tua fanciulla ti chiamava, lei amata come nessuna sarà mai.


Quanta allegria, allora : quanti giochi volevi, e lei accettava.

Davvero un lampo lontano, quei giorni.

Ora non vuole più : e tu devi accettare.

Non seguirla, se fugge, e non chiuderti alla vita: resisti, con tutte le tue forze.

Addio, fanciulla. Catullo è forte: non verrà a cercarti, non ti pregherà , se tu non vuoi.

Ma tu, senza le sue preghiere, soffrirai.

Ah, infelice, che vita ti rimane?

Chi ti vorrà ? A chi sembrerai bella?

Chi amerai? Chi ti dirà :” Sei mia!” ?

Chi bacerai? A chi morderai le labbra?

Ma tu, Catullo, non cedere, resisti.

Carme 109 (promessa)

Tu, che sei la mia vita, mi prometti un amore senza nubi e che questo nostro amore sarà eterno fra noi.

O dei del cielo, concedetele di promettere senza bugie: la sua promessa sia sincera e le venga dal profondo del cuore, così che per tutta la nostra esistenza possiamo mantenere fede a questo perenne patto di giurata amicizia.

Carme 107 ( Sorpresa d’amore)

Se qualcosa accadde mai ad uno, che pur smanioso, non se l’aspettava, questa è davvero gradita al cuore.

Per questo, anche a noi è gradito, più benvoluto dell’oro, il tuo ritorno, Lesbia, da me desideroso.

Ti riconsegni ad uno smanioso, e privo di speranza, tu stessa riporti te a noi. Oh luce di un segno più giusto!

Chi vive più felice di me, solo, o chi può nominare una vita più augurabile di questa?

Carme 72 (lamento)

Una volta dicevi che avresti conosciuto il Catullo, Lesbia, e che al posto mio non avresti desiderato abbracciare (neanche) Giove.

Ti amai, in quel tempo, non tanto come la gente ama l’amica, ma come il padre ama i figli ed i generi.

Adesso so chi sei: perciò, anche se brucio di una fiamma più ardua, sei per me molto più vile e spregevole.

“Com’è possibile?”, dici.

Perché un’offesa del genere impone l’amante ad amare di più, ma a voler bene di meno.

Carme 75 (per colpa tua)

Così per colpa tua, Lesbia, mi si è perso il mio cuore e così si è consumato nella sua fedeltà, che ormai non potrebbe nè volerti bene anche se fossi migliore, né cessare d’amarti, anche ogni cosa tu faccia.

Carme 85  (odio e amo)

Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile; non so, ma è proprio così e mi tormento.

Carme 11 (come un fiore reciso)

Furio e Aurelio, compagni di Catullo, sia che quando penetrerà fra gli Indi estremi, dove il lido è battuto dall’onda Eoa che risuona da lontano, sia che si rechi tra gli Ircani e arabi molli, sia tra i Sagi e i Parti portatori di frecce
sia verso le pianure, il mare che il Nilo dalle sette foci colora, sia che oltrepassi le alte Alpi per andare a vedere i luoghi memorabili,  i trofei del grande Cesare e il Reno gallico e gli spaventosi estremi britanni.

Voi che siete pronti (parati) ad affrontare tutte queste cose, di qualunque tipo la volontà degli dei porti, riferite alla mia donna poche parole non buone:

“Viva e stia bene con i suoi amanti che tutti insieme tiene abbracciandoli in numero di 300, nessuno amando davvero, sfiancando ininterrottamente le reni di tutti; e non si volti a guardare il mio amore, come prima,
che per colpa di lei è caduto come il fiore dell’estremo prato che stà sul ciglio, dopo che è appena stato toccato dall’aratro che passa.

Carme 11 (o Dei fatemi la grazia)

Se è vero che gli uomini provano piacere nel ricordare il bene compiuto, quando sanno di coltivare pietosi sentimenti, di non aver mai mancato alle promesse, né ingannato i loro simili in alcun giuramento, invocando, in mala fede, la divinità dei numi, allora, o Catullo, nella tua esistenza futura ti attendono molte soddisfazioni, che scaturiscono da questo tuo non ricambiato amore.

Poiché tutto ciò che di bene gli uomini possono o dire o fare ai loro simili, tu l’hai detto e l’hai fatto.

Ma la bontà è stata inutile con quella donna che il cuore ha ingrato.

E allora perché tormentarti più a lungo?

Perché non ti fai coraggio e non ti scosti da lei e la smetti d’essere infelice, se i numi ti sono contrari?

È difficile spezzare di colpo un lungo legame amoroso.

Lo so che è difficile; ma ci devi riuscire comunque.

Questa è la sola salvezza; qui devi vincere te stesso.

Devi farlo, sia che tu possa, sia che non lo possa.

O dei, se è vero che siete misericordiosi, o se mai proprio in punto di morte avete recato a qualcuno l’aiuto supremo, volgete lo sguardo su me infelice e, se sono vissuto senza colpa, strappatemi dal cuore questo male che mi conduce a rovina, questo flagello che, penetrato come un languore fino in fondo alle fibre, mi ha cacciato via completamente dal petto la gioia.

Ormai non vi rivolgo più quella preghiera, che ricambi il mio amore, oppure (tanto non è possibile) che voglia restarmi fedele.

Sono io che voglio guarire e liberarmi da questo male oscuro.

O dei, fatemi questa grazia in cambio della mia devozione.

Carme 32 (ti amerò mia dolce Ipsitilla)

Ti amerò, mia dolce Ipsitilla, mia delizia, mia adorata, fammi venire da te al pomeriggio.

E se lo farai, aiutami così, non lasciare sprangata la porta, né ti sia gradito sgusciar fuori, piuttosto resta in casa e preparati per giacere nove volte assieme.

A dire il vero, suvvia, se lo vorrai, comandalo all’istante: infatti io sono qui, dopo pranzo, sazio e coricato, sfondo tunica e mantello.

Carme 51 (simile a un Dio)

Mi sembra essere uguale ad un dio se è lecito, mi sembra che sia superiore agli Dei quello che, sedendoti  di fronte, incessantemente ti guarda e  ti ascolta mentre ridi dolcemente, cosa questa che a me misero strappa tutte le facoltà; infatti appena che, o Lesbia, ti vedo, niente rimane a me neppure la voce in gola ma la lingua si intorpidisce, scorre sotto le membra una fiamma sottile, di un suono proprio le orecchie risuonano, entrambi gli occhi sono ricoperti da una duplice notte.

L’ozio, Catullo, ti è dannoso; nell’ozio smanii e ti agiti troppo.

L’ozio in precedenza sia re che città felici ha distrutto.

Aforismi di Gaio Valerio Catullo

I soli possono cadere e tornare, per noi, quando la breve luce cade, c’è il sonno di una notte senza fine.

E’ difficile guarire di colpo di un amore durato a  lungo.

Cosa di più desiderabile  può essere donato dagli dei che un’ora fortunata?

Ciò che la donna dice al bramoso amante bisogna scriverlo sull’acqua che scorre.

Non inseguir chi fugge, non vivere in pena, soffri con animo fermo, sopporta, resisti.


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