E venne il tempo dei social e dell’informazione libera

Sebbene io scriva da pochissimo tempo credo che anche i meno attenti fra voi avranno capito che mi piace frequentare i social network per compagnia e perché essi sono un inesauribile fonte di informazioni per chi come me li usa per qualche spunto di riflessione. I sociologi e psicologi che hanno fatto la storia per i loro rispettivi campi di competenza, senza ombra di dubbio avrebbero fatto carte false pur di avere ai loro tempi uno strumento come quello di internet.

Esattamente come avviene per i professionisti del marketing, avrebbero di certo apprezzato i sogni, le aspirazioni, i desideri, valori e paure di gran parte della popolazione mondiale. Perché tutti noi, che lo vogliamo o no, siamo condizionati direttamente o indirettamente da internet e dalle mode dei social network.

Per fare un esempio, recentemente su una piattaforma di streaming inizialmente nata per i giocatori, mi capitò di riconoscere una parola che derivava dal greco e che con il tempo era stata riadattata per trasformarsi in italiano. In pratica come è avvenuto per la maggioranza delle parole nella mia lingua madre.

Era uno di quei termini che non dice mai nessuno e sinceramente si può vivere benissimo senza conoscerla. Ho avuto come l’impressione che la streamer avesse bisogno di un chiarimento sul significato della parola che stava leggendo e gli ho spiegato il significato. Puntualmente, un’altra persona se ne esce con una spiegazione che cozzava un po con la mia.


Copio la sua frase e la cerco sul più famoso motore di ricerca al mondo. Indovinate. Aveva preso la spiegazione su internet e ciò che era scritto sull’articolo era completamente sbagliato. Ciò che mi ha fatto riflettere era che quest’uomo difendeva senza posa un articolo con informazioni errate che aveva scritto un altro.

La cosa che forse non è chiara alle persone che cercano informazioni su internet è che i motori di ricerca non indicizzano prima gli articoli con le informazioni più attendibili ma quelli su siti che sono ottimizzati per apparire ai primi posti delle ricerche. La tecnica che questi siti utilizzano si chiama SEO ma non è argomento di questo articolo grazie al cielo.

Immaginate un’infinità di articoli scritti in lingue diverse dalla vostra. Voi avete un sito, riprendete questi vecchi articoli scritti in altre lingue su siti vecchi non ottimizzati per gli algoritmi recenti dei motori di ricerca, li traducete alla meno peggio con il traduttore automatico, non ci capite niente perché non è il vostro campo e perché non vi potete soffermare troppo a verificare l’attendibilità e pubblicate un articolo che pretende di essere la verità assoluta.

Ecco in quel preciso istante, avreste fatto un danno allucinante. Quando una volta venivano scritti i libri (parlo di tanto tempo fa), venivano pubblicati solo ed esclusivamente se l’autore era una fonte riconosciuta, attendibile e con parecchi anni di studio alle spalle. Nessuna casa editrice si sarebbe mai sognata di pubblicare un libro di qualcuno che non fosse considerato autorevole nel suo campo.

Adesso tutti quanti possono pubblicare un libro anche in formato elettronico senza sostenere spese particolari e questo rende più difficile reperire informazioni complete ed attendibili. Inoltre c’è un grosso aspetto che molti sottovalutano: “la disciplina”. Nella lingua Italiana, a volte disciplina è sinonimo di qualcosa inerente all’insegnamento. I docenti sono coloro che insegnano. I discenti sono i discepoli, coloro che imparano una disciplina.

Secondo me non bisogna sottovalutare anche un altro significato di disciplina. Se vi ritroverete a leggere due libri che parlano dello stesso argomento ma che sono stati scritti in epoche diverse, vi renderete subito conto che, al di la dei contenuti, quelli più antichi sono scritti meglio e spiegano meglio l’argomento pur avendo un tipo di esposizione molto più formale e forbito.

Ho cercato nel mio piccolo di dare una spiegazione a questo fatto oggettivo. Chi copia un articolo da internet per fare una ricerca non ha sudato per acquisire quelle informazioni. Non ha rispetto per la materia che tratta e quindi non ne può derivare ne una passione duratura ne una comprensione adeguata. Per farvi un esempio, sebbene sia chiaro che su internet si possano trovare la maggior parte delle ricerche in campo medico, io non mi farei curare da un blogger se non è un medico. E spero neanche voi.

Studiare chini sui libri, rapportarsi con determinati ambienti e professionisti non è una cosa che può essere sostituita in alcun caso da qualche articolo ricopiato da qualche blog. Eppure mi è parso di assistere alla nascita di veri e propri culti formati da persone che sono davvero convinte di poter interpretare e capire tutte le informazioni che sono sparse su internet.

C’è anche un altro aspetto da considerare, molte persone, cercano di comprendere su internet argomenti di natura scientifica come se si stessero rapportando ad argomenti di natura umanistica. Questo modo di fare, non è solo relativo alle ricerche che vengono effettuate su internet ma è molto diffuso anche nella realtà. Per farvi un esempio, a me piace la fotografia e l’informatica.

Non penso di essere una cima ma ho comunque studiato negli anni questi argomenti in modo più o meno approfondito. Mi capita spesso che conoscenti mi chiedano dei pareri (gratis ovviamente) e poi sullo stesso argomento chiedono anche ad altri la loro “versione”. Tralasciando il fatto che questo è estremamente offensivo, ci concentreremo invece sulla parte pratica.

Informarsi su un argomento senza studiarlo direttamente, chiedendo a destra ed a sinistra dei pareri, ci fa somigliare a naufraghi che in balia delle onde vengono sbattuti a destra e sinistra. Normalmente, informarsi da più fonti, è senza dubbio l’opzione più saggia quando si leggono diversi quotidiani. Non è così però quando si vuole capire l’argomento sotto un punto di vista didattico.

E’ inevitabile che per qualsiasi attività umana vi siano delle scuole di pensiero. Molte volte queste scuole si contrappongono. E allora come si può fare? Si abbandona la tecnologia e ci si affida esclusivamente ai professionisti che hanno dedicato la loro vita a quello che fanno? A dire il vero, sebbene io mi renda conto che questa risposta potrebbe essere impopolare, in parte si.


Non vorrei essere frainteso, la tecnologia non si può fermare. Quello che possiamo fare è cercare di utilizzarla come uno strumento senza cadere nel solito inganno di diventarne schiavi. Non siete schiavi della tecnologia? Provate a lasciare il vostro smartphone a casa per una settimana. Provate ad interloquire con qualcuno senza cercare informazioni quali date, luoghi e persone su internet. Poi mi farete sapere il risultato.

Un informatico, vede la tecnologia dei computers come uno strumento anche se a volte li adopera per il proprio diletto. Un economista, vede i soldi come uno strumento anche se a volte li considera come fonte di prosperità. A questo punto mi sono domandato quindi che cosa cambia da un punto di vista mentale. La risposta che mi sono dato è la “disciplina” intesa come il giusto tempo dedicato con costanza e serietà ad imparare una parte essenziale degli argomenti in oggetto.

E’ inutile che ascoltiamo un miliardo di fonti diverse se non abbiamo le basi per capirle. Prima dovremmo adoperarci nell’apprendimento di quel determinato argomento e solo dopo possiamo sperare, a mio modesto avviso, di capirci qualcosa quando ci rapportiamo con un determinato tipo di informazione.

Per fare un esempio, quanti di voi sanno esattamente cosa sia l’economia keynesiana senza cercarlo su internet? E siete davvero sicuri che cercandolo su internet e leggendo le prime righe di un articolo riuscirete a saperne quanto un economista che ha dedicato la propria vita alla materia? Quanti di voi sanno per esempio quando morì Alessandro Magno senza ricercarlo su google? Che cosa potrebbe succedere se dall’oggi al domani la tecnologia diventasse inutilizzabile?

E quindi amici miei, la libertà è anche fisica ma soprattutto mentale. Non si può essere liberi se la nostra mente non attinge alla nostra memoria ma si basa su un database di natura tecnologica. Temo che in futuro ci impigriremo sempre di più. C’è chi dice che stiamo assistendo ad una progressiva riduzione dell’intelligenza. Un informatico potrebbe ribattere che la memoria e la capacità di elaborare le informazioni sono due parti differenti. Si potrebbe pensare che la capacità di ragionare possa agganciarsi ad un database esterno come un motore di ricerca.

Dove pensate che vada l’informazione che state leggendo se non nella vostra memoria a breve termine? E non sarebbe fantastico se avessimo a disposizione quello che ci serve già nella memoria a lungo termine? Un gran quantitativo di informazioni da assemblare e ponderare allo scopo di produrre un ragionamento logico.

Non parliamo poi della tendenza alle mode. Questo aspetto per me è stato particolarmente difficile da analizzare perché io non seguo mai le mode e ritengo di essere una persona mediamente poco influenzabile. Posso immaginare che cosa state pensando a questo punto. In effetti potreste avere ragione ma il mondo non è in bianco e nero. Vi faccio un altro esempio perché io sono stato abituato a spiegarmi in questo modo.

Nella stessa chat della streamer di cui vi ho parlato sopra, c’era una persona che lodava il punto di vista di un famoso blogger che ha fatto fortuna sostenendo che uno dei più famosi libri della storia, in realtà parla di una sorta di alieni. Quello che poi è diventato uno “scrittore abbastanza famoso”, basa le sue teorie su una traduzione di tipo “letterale”. Ho spiegato quindi a questa persona che il punto di vista di questo “scrittore” non mi convinceva moltissimo e naturalmente, come spesso faccio, gli ho spiegato anche il perché, utilizzando naturalmente alcuni esempi.

Inutile dire che sono stato subito attaccato, mi è stato detto grossomodo che sono ottuso, che penso di avere la verità in tasca e che sono una di quelle pecore a cui non piace quando la gente “pensa con la propria testa”. Il giudizio di questa persona, che poi ha anche la mia età, mi ha fatto sorridere. Non è la prima volta che le persone mi danno dell’arrogante e dell’ottuso quindi è evidente che tale sentenza non ha mai raggiunto lo scopo per la quale è stata proferita.

Mi sono messo a ridere per diversi motivi. Ho imparato che normalmente le persone tendono a proiettare sugli altri i propri difetti in modo pseudo inconscio. Come prima cosa mi è parso strano che sia spuntato dal nulla un tizio che, abbia trovato la soluzione a tutti i più grandi misteri dell’uomo semplicemente traducendo un testo alla lettera. Non dimentichiamoci che nessuna lingua si dovrebbe mai tradurre alla lettera.

L’altra cosa strana è stata sicuramente la predisposizione di questo scrittore durante le sue “conferenze” ad introduzioni estremamente lunghe che ai miei occhi somigliano molto ad una sorta di liberatoria legale, più che ad una prefazione. Si lo so prefazione ed introduzione sono due cose diverse ma li sto usando in modo discorsivo per evitare di ripetermi.

L’ultima cosa strana è che ho intravisto determinate incongruenze. Sebbene lo scrittore abbia premesso che non intende giudicare e che non ha la verità in tasca, esprime giudizi ed interpretazioni molto precise. Quindi traducendo “letteralmente” un testo, dà la sua libera interpretazione e quindi contraddice il principio secondo il quale egli avrebbe capito il vero significato di quegli scritti.

Nonostante ciò, ammetto di essere ignorante e quindi, invece di dare un giudizio basato sulla simpatia, ho iniziato a studiare le lingue antiche su cui sono basati quegli scritti. Dopo parecchi mesi, in base a ciò che ho visto con i miei occhi approfondendo la questione, mi sono reso conto che le traduzioni letterali che venivano fatte erano di per se sbagliate e che comunque non era possibile fare una traduzione alla lettera.

Quindi ne ho concluso che gli scritti di quest’uomo sono per me frutto di fantasia e penso che anche egli lo sappia molto bene.

Adesso analizziamo il mio comportamento in merito a questo esempio e rapportiamolo con ciò che mi pare di vedere in giro. Come prima cosa, ho acquisito una determinata informazione in modo generico. A questo punto, molti si fermano. C’è chi non vuole credere a quella determinata fonte, c’è chi vuole credere, c’è chi ci crede e c’è chi non ci crede. Perchè ho scritto “volere”? Semplicemente per il fatto che molte volte, noi siamo condizionati dai nostri sentimenti più che da un ragionamento.

Non mi stupirebbe se vi fossero delle persone che non hanno un buon rapporto con il suddetto testo sacro fra i seguaci di questo scrittore.

Non ho voluto quindi fermarmi alle mie esperienze, al mio credo ed al livello di simpatia. Ho cercato di approfondire. Quindi ho letto i libri di questo scrittore, ne ho riascoltato gli audio libri  e ne ho seguito le conferenze sui canali youtube. Sono arrivato però ad un certo punto in cui mi sono reso conto che mi mancavano gli strumenti per un giudizio definitivo e quindi ho dedicato un po del mio tempo libero di un anno a studiare le lingue antiche.

Sono pronto a scommettere che pochissimi fra i seguaci di questo scrittore si siano scomodati a tal punto. Come si può dire ad un’altra persona che egli non è in grado di pensare con la propria testa se nemmeno si verifica la correttezza delle traduzioni alla base delle quali una tesi scaturisce? Penso che sia una caratteristica umana quella di avere la necessità di una fede incondizionata e fa anche comodo il fatto che tutti noi abbiamo normalmente la tendenza alla pigrizia.

Nascono in questo modo i cosiddetti “tifosi”. Quelli che per ragioni sentimentali e senza un ragionamento che attinge le proprie radici nello studio approfondito della materia, si sentono legati ad uno specifico modus operandi o fazione di qualsiasi genere. E’ in questo modo che nascono i fraintendimenti alla base dei quali poi si perde la fiducia. Con il tempo, ogni fazione sente la necessità di mentire, modificare, sottodimensionare o esagerare la realtà per portare avanti una tesi che in quel momento da ragione alla propria fazione.

Con l’andare avanti, la civiltà si riempie di concetti sempre più complessi e non c’è, a mio modesto avviso, nessun modo di capire un concetto complesso semplicemente con un’occhiata. Bisogna studiare gli argomenti, bisogna sviscerarli ed anche cercare di capire le interazioni perché è tutto collegato. C’è una così grande varietà di materie ed argomenti che penso sia un errore convincersi di sapere tutto.

Normalmente, la mia esperienza mi porta a fidarmi di più delle persone che rispondono alle mie domande con “dipende”. La tecnologia ci ha connessi tutti e quindi quello che una volta era un diario in una soffitta polverosa che mai nessuno avrebbe letto può diventare un blog. Quelle che una volta erano elucubrazioni mentali o anche intuizioni geniali, spesso confidate solo a chi ci circondava in ambito amicale, diventano di dominio pubblico. E quindi siamo rovinati?

No, certo che no. C’è un modo molto più produttivo di utilizzare internet ed i social. Un ottimo sistema sarebbe quello di iscriversi ad un gruppo Facebook di matematica per scambiarsi gli appunti o le spiegazioni di alcuni esercizi. Si potrebbe ricercare su internet “sui siti giusti” informazioni statistiche, scientifiche o umanistiche ma senza dimenticare di verificare sempre le fonti.

Avremo tempo per superare la distanza fra la tecnologia e la nostra maturità emotiva se ci soffermiamo un po e se ci dedichiamo alle nostre passioni con costanza. Chiunque di noi può dare il proprio contributo, ciò che cambia è il come lo si da. Si può esprimere il nostro pensiero in modo superficiale, fornendo magari un gran quantitativo di contenuti e si può fornire il nostro pensiero in modo da lasciare una parte di noi agli altri.

Sebbene ognuno di noi, in una certa misura, abbia ricevuto e riceverà la propria dose di delusioni, voglio sperare che siamo più di quanto a volte crediamo. Se “per assurdo” esistesse una specie diversa, aliena e telepatica che ci osserva, come potrebbe non rimanere affascinata dal modo in cui noi comunichiamo i nostri sentimenti e le nostre idee attraverso la matematica, le lingue e l’arte. Quanto riusciamo a comunicare con un quadro o con una semplice melodia.

Quello che mi viene in mente per concludere questo articolo è che, internet ed i social, sono solo strumenti ed in quanto tali, se usati correttamente possono dare parecchi benefici. D’altro canto, utilizzare social ed internet in modo molto superficiale, può dare luogo a parecchi danni.

Non credo di aver elargito una significativa quota di rivelazioni con questo articolo ma spero che molti di noi siano portati a riflettere stando attenti a non farsi condizionare troppo dalle mode del momento. Se mai verrà il giorno in cui la tecnologia sostituirà il raziocinio, temo che sarà l’inizio della fine della nostra evoluzione mentale.


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11 commenti su “E venne il tempo dei social e dell’informazione libera”

  1. Io penso che la fine della nostra evoluzione mentale sia già iniziata. Ci lasciamo troppo condizionare dalla tecnologia. Per fare un esempio molto semplice tutti chi più chi meno per trovare una strada adoperiamo un navigatore e questo ci porta a non immagazzinare nel nostro cervello l’itinerario di modo che se dobbiamo tornarci un’altra volta non sappiamo arrivarci. Quindi secondo me tutta questa tecnologia ci aiuta a non pensare e questo alla lunga porta il cervello ad atrofizzarsi.

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    • Sono d’ accordo con te, da piccola mi divertivo a fare le moltiplicazioni a mente usando numeri sempre più grandi, adesso se ci provo, a volte, e me ne vergogno, potrei sbagliare una semplice tabellina! L’uso della tecnologia non dovrebbe essere sostituzione dell’intelligenza, della capacità di memoria e ragionamento, ma strumento per migliorare la qualità della vita.
      In tutti i campi! L’invenzione della lavatrice è secondo me una delle cose più utili che sono state create, ma questo non significa che dobbiamo smettere di saper lavare a mano un paio di mutande! È un esempio terra terra, lo so, ma secondo me ci sono persone che per sapere come si fa vanno a vedere i tutorial su internet!!

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  2. Concordo in toto, oggigiorno si cerca di essere concisi dobbiamo correre anche nelle notizie ma correre dove? Argomentare con più precisione possibile richiede tempo riprendiamoci il tempo di fare ricerche approfondite e ricominciamo a leggere con calma

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  3. Il problema di internet è che ognuno può scrivere quello che vuole e nessuno controlla. Posso scrivere che sono una sceinziata della famosa università di Vattelapesca e ho scoperto l’acqua calda, e qualcuno penserà che sia vero. Bell’analisi, grazie!

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